domenica 11 maggio 2008

WASHINGTON SQUARE - Henry James

Nella prima metà del secolo scorso New York era una città attiva, giovane, dinamica tutta tesa ad espandersi dietro il limite erboso di Canal Street per arrivare fino all'altra estremità di Manhattan. In un tranquillo angolo residenziale, in Washington Square, dietro la rispettabile facciata di un edificio in arenaria, si consuma, nella quiete di stanze severe, una storia d'amore, di cinismo, di disprezzo ed egoismo. A differenza della passione che divampa e si spegne, questi sentimenti, implacabili e silenziosi accompagnano i personaggi della vicenda per tutta la loro vita e anche oltre. I due protagonisti principali nutrono in cuore la loro ossessione consapevoli che l'irriducibile tenacia di una spietata risoluzione non li porterà alla vittoria, ma li condannerà ad una gelida solitudine.

4 commenti:

assorbenti ha detto...

L'incontro per la discussione di questo libro si terrà sabato 10 maggio ore 17.30 al Caffè San Marco in via Battisti

Anonimo ha detto...

ecco la mia lista di libri, spero che vi possa interessare… al limite aggiungo alcuni altri libri.

Calvino – “Il barone rampante”
è un romanzo di Italo Calvino scritto nel 1957, secondo capitolo della "trilogia araldica", insieme a Il visconte dimezzato (1952) e Il cavaliere inesistente (1959).
Ambientato in un paesino immaginario della riviera ligure, Ombrosa, rappresenta come tema centrale la visione dell’autore, poco incline a giudizi e opinioni ottusi e assoluti. Il comportamento stesso del protagonista si rifà a un’idea di rifiuto delle regole preconcette e di accettazione delle diversità.

I personaggi del romanzo sono: il barone Cosimo (nobile che vive sugli alberi come un selvaggio), suo fratello Biagio (il narratore della storia), la sorella Battista (causa della lite per cui Cosimo abbandona il terreno per salire sulle piante), la generalessa (madre di Cosimo, successivamente morta d'asma), il padre di Cosimo il barone Arminio Piovasco di Rondò, la nobile Sofonisba Viola Violante d'Ondariva (bellissima smorfiosetta che si “impossessa” del suo cuore fin dalla più tenera età, che alimenta il suo rapporto amoroso con Cosimo ingelosendolo e non preoccupandosi della reputazione che ne deriva presso le corti europee), i suoi due spasimanti, valorosi e coraggiosi guerrieri, ma zuccherosi e ridicoli come pretendenti, il cane Ottimo Massimo (bassotto ricordo di Viola e inseparabile compagno di caccia), il brigante Gian dei Brughi (che Cosimo inizia ai piaceri della lettura), l'abate tutore Fauchelafleur morto in carcere e il Cavalier Avvocato Enea Silvio Carrega fratello illegittimo del padre di Cosimo, esperto di idraulica, morto decapitato dai pirati turchi a cui faceva da complice, sperando di aver notizie di Zaira, sua figlia donata in marito ad un sultano che la tratta male.

Il romanzo è narrato da Biagio, fratello minore del protagonista, ed è la storia di un giovane barone, Cosimo Piovasco di Rondò, primogenito di una famiglia nobile "momentaneamente" decaduta.

Il fatto principale è rappresentato da un futile litigio avvenuto il 15 giugno 1767 nella tenuta di Ombrosa a causa di un piatto di lumache non accettate da Cosimo che per protesta salirà sugli alberi del giardino di casa per non scenderne mai più.

Dopo il litigio, la vita del protagonista si svolgerà sempre sugli alberi, prima nel giardino di famiglia e, in seguito, nei boschi del circondario, inframezzata da parentesi in terre lontane seppur collegate per «via vegetale» alla tenuta del barone. La vita di Cosimo sarà piena di eventi, a partire dalle scorribande con i ladruncoli di frutta fino ad arrivare alle giornate trascorse a caccia o assorto nella lettura. Nella vita del barone non mancheranno delle relazioni amorose, infatti, durante i suoi viaggi Cosimo conoscerà ad Olivabassa, un paesino confinante con Ombrosa, degli esiliati spagnoli e si innamorerà di Ursula che però, terminato l’esilio, ritornerà in Spagna mettendo fine alla loro storia.

La sua fama si diffonde con rapidità e toni impensabili per l’epoca d’ambientazione del racconto. Se all’inizio Cosimo diviene famoso come fenomeno da baraccone e la sua famiglia quasi se ne vergogna, in seguito interagisce anche con personaggi come Diderot, Rousseau, Napoleone e lo Zar di Russia, stratagemma che Calvino usa probabilmente per conferire dignità e importanza a un personaggio in parte autobiografico. Cosimo scrive anche un Progetto di Costituzione di uno Stato ideale fondato sugli alberi, opera che contribuisce alla fama e al rispetto di cui sopra.

Il ritorno di Viola, suo primo amore, fa esplodere un sentimento reciproco in realtà sempre esistito, che si concluderà tristemente per una serie di equivoci e cose non dette. Quello tra i due è un amore fortissimo, ma in qualche modo distruttivo per entrambi, costellato da litigi furibondi e da riconciliazioni, da fughe e da ritorni. Nonostante poi la relazione termini l'amore non cesserà mai e dal momento della separazione il barone di Rondò non sarà più lo stesso. Cosimo ormai malato e moribondo viene assistito dall'intera comunità di Ombrosa, ma agli inviti e alle preghiere di abbandonare gli alberi egli si rifiuta sempre in maniera categorica. Un giorno sorprendendo tutti si arrampica sulla cima di un albero altissimo e, approfittando di una mongolfiera di passaggio vi si aggrappa. Così, senza tradire il suo intento di non rimettere più piede sulla terra, scompare nel mare.

Balzac – “La ricerca dell’assoluto”
La ricerca dell'assoluto (in francese La recherche de l'absolu) è il terzo volume degli “Studi di costume del XX” ,“scene della vita privata” della Commedia umana narra le vicende di Balthazar Claës e della sua famiglia. Il romanzo è ambientato a Douai, nella Fiandra francese all'inizio del XIX secolo.

La famiglia Claës è una delle più agiate famiglie della città di Douai, il capofamiglia, il sig. Balthazar Claës è sposato con Joséphine, discendente della famiglia spagnola della Casa-Real. La delicatezza di Balthazar aveva esaltato in lei i più generosi sentimenti, i due vivevano in una felicità scambievole. La famiglia si componeva inoltre di due figli e due figlie. La vita scorreva pressoché serena e armoniosa, fino al giorno in cui Balthazar dedicherà il suo tempo alla chimica nella speranza di ricercare l'Assoluto, la sostanza comune a tutte le creazioni.

In questa impresa verrà aiutato dal fedele domestico Lemulquinier il quale non lo abbandonerà mai. Questa sua attività di chimico lo assorbirà totalmente, fino a far venire meno quella felicità domestica che regnava in casa Claës, causando inoltre non pochi problemi economici per le spese sostenute nell'acquisto delle apparecchiature.

Il perdurare della situazione porterà alla morte della moglie Joséphine, la quale soffrirà molto della mancanza di amore del marito, ma non cesserà mai di amarlo e aiutarlo economicamente, tanto che il giorno della sua morte farà promettere alla figlia maggiore, Margherite, di seguire il padre e di amarlo per sempre, qualsiasi cosa accada.

La figlia assolverà la promessa fatta nonostante il perdurare degli sperperi economici da parte del padre, il quale in fasi alterne continuerà a cercare l' Assoluto, sperperando sei patrimoni. La figlia Margherite, si sposerà con Emmanuel Solis, nipote dell'abate Solis amico di famiglia da vecchia data. L'eredità ricevuta dalla famiglia Solis risulterà provvidenziale per permettere a Margherite di riportare la famiglia Claës e a casa, ai vecchi fasti. Il romanzo si conclude con Balthazar invecchiato e povero in punto di morte (ancora una volta povero) con il suo fedele servo Lemulquinier, e accudito da sua figlia Margherite e suo marito Emmanuel, il quale leggendo un articolo di giornale mette a conoscenza il suocero della scoperta dell'Assoluto compiuta da altri ricercatori.

Voltaire – “Il candido”
« Non c'è effetto senza causa, - rispose Candido con modestia -, tutto è necessariamente concatenato e ha come fine il meglio. Era necessario che fossi cacciato lontano da Cunegonda, che fossi frustato, ed è necessario che elemosini il pane finché non riuscirò a guadagnarlo; tutto questo non poteva andare altrimenti »
(Candido)
Candido o l'ottimismo (" Candide ou l'optimisme " in francese) è un racconto filosofico di Voltaire che mira a confutare le dottrine ottimistiche quale quella leibniziana. Lo scrittore francese fu stimolato sicuramente dal terremoto che nel 1755 distrusse la città di Lisbona, mietendo molte vittime. Voltaire scrisse prima un poema sul cataclisma (1756) e successivamente redasse il Candido (1759). Voltaire scrive il Candido in un periodo successivo a numerose persecuzioni nei suoi confronti che l’hanno portato sulla via di una visione disincantata del mondo.

Nonostante la presa d’atto dell’esistenza del male, non risulta, comunque, che Voltaire nel Candido esalti il pessimismo, quanto si limiti a stigmatizzare la pretesa di "vivere nel migliore dei mondi possibili", precetto su cui Leibniz montò il cardine della propria filosofia. Non a caso l'illuminista francese incarna nella figura del precettore Pangloss il filosofo tedesco, intento ad istruire il giovane Candido a vedere il mondo che lo circonda con ottimismo, sebbene si succedano in continuazioni controversie e disavventure.

Amos Oz - "La vita fa rima con la morte”
È una calda sera d'estate a Tel Aviv. Seduto al tavolo degli oratori in veste d'ospite d'onore a un incontro letterario, lo scrittore ascolta e non ascolta i lunghi convenevoli, la barocca presentazione del critico di turno, la voce incerta della lettrice. Osserva il pubblico in sala e torna con la mente alle persone che ha visto poco prima in un bar - una cameriera dimessa ma con una provocante trasparenza di biancheria intima, due tizi dall'aria losca, una vecchia signora dalle gambe gonfie, un tipo malmostoso che non sembra affatto d'accordo con quel che sta dicendo l'oratore, un timido e occhialuto adolescente. Queste immagini captate, anzi rubate alla realtà diventano quasi simultaneamente delle storie. Finita la serata letteraria, lo scrittore prende a vagare per le strade quasi deserte della città e in questa specie di solitudine da vita ai suoi nuovi personaggi. Anzi, entra nelle loro vite, le invade e le trasforma. Accompagnato dai versi di un poeta ch'egli immagina al suo fianco, lo scrittore costruisce un affresco di vita e di morte pieno di sorprese.

Anonimo ha detto...

Cari assorbilibri,
vi propongo in forma schematica gli elementi essenziali relativi all'incontro svoltosi ieri, 10 maggio, per due ore a partire dalle 17.30 al Caffè San Marco per discutere sul libro "Washington Square" di Henry James.
Presenti (in ordine di isposizione
di tavolo): Alessandro, Sandra, Massimo 1, Arianna, Franca (new entry a cui rinnoviamo il benvenuto), Marina, Liviana, Luisella, Masimo 2, Gabriella, Marinella, Serena.
Alcuni punti di discussione:
- i personaggi: sembrano immersi nella solitudine, la loro descrizione appare ai più "netta", con poche sfumature; i personaggi preferiti: in 6 hanno apprezzato di più il padre, in 4 Catherine, una preferenza sola sia per Morris che per la zia;
- lo sfondo: poco delineato dall'autore;
- finisce "bene" o "male"? ai più è sembrato che il libro finisse male in quanto conclusivamente Catherine rimane intrappolata in una vita piatta.

Anonimo ha detto...

sabato 17 maggio da me per
visione del film "L'ereditiera" (tratto da "Washington Square"; regia di William Wyler con Olivia De Havilland, Montgomery Clift, Ralph Richardson, Miriam Hopkins, Vanessa Brown, Betty Linley, Ray Collins;
USA, 1949 durata 115 minuti circa). Ritrovo alle 19.30 per consumare insieme le leccornie portate da ciascuno. Visione del film a partire dalle ore 21;