domenica 28 febbraio 2010

FRANKENSTEIN - Mary Shelly

Pubblicato per la prima volta nel 1818 e ormai annoverato tra i classici della letteratura, Frankenstein ha gettato le basi non solo della moderna fantascienza, ma perfino del thriller. Il giovane Viktor Frankenstein si reca all'università di Ingolstadt coltivando l'utopia della creazione di un essere umano più intelligente e longevo. Dopo notti insonni, ripetute ricerche negli ossari e frenetici esperimenti, origina un essere più grande del normale, con sembianze deformi, da cui rifugge non appena quegli prende vita. Colto dal rimorso per quanto generato, Frankenstein cade in preda a un violento esaurimento, rasentando la follia. Tornato a casa, scopre che il fratellino William è stato ucciso proprio dal mostro, deciso a vendicarsi di colui che, pur responsabile della sua sorte, lo aveva cacciato, lasciandolo solo e ignaro del proprio destino. Nella speranza di liberarsene definitivamente, Viktor gli promette di creare un essere femminile a lui eguale, così da far cessare il tormento della solitudine, ma poco prima di ultimare la sua opera, terrorizzato dalla progenie di mostri che la coppia avrebbe potuto generare, decide di distruggerla. Scoperto l'accaduto, il mostro giura vendetta e Viktor è costretto ad assistere, impotente, all'uccisione dei suoi cari, per poi inseguire il demone fino al Polo, senza mai riuscire a trovarlo. Il dramma di uno scienziato che oltrepassa il limite umanamente consentito e l'indicibile solitudine della creatura da lui generata, che sfoga nella violenza.

6 commenti:

Giuseppe ha detto...

dopo giorni di pensamenti e ripensamenti, sono arrivato a un mini elenco di libriche vorrei proporre per il gruppo.
Iniziate a pensarci e ditemi se devo bocciarne gia' qualcuno in partenza.

- Fahrenheit 451 (Bradbury)
- La variante di Luneburg (Maurensig... udinese!)
- Cacao (Amado)
...e di riserva: Sostiene Pereira (Tabucchi)

Giovanna ha detto...

Caro Giuseppe.... io sceglierei
CACAO di Jorge Amado; so che è piuttosto disprezzato dai palati fini,
ma io l'ho adorato leggendo alcuni mesi fa GABRIELLA GAROFANO E
CANNELLA... per cui apprezzerei molto questo libro!
Caro Massimo...
io ho letto CANONE INVERSO (un mio amico lo credeva un libro/film di
guerra, "Cannone inverso") e il film mi è sembrato meraviglioso, non
capisco perchè ti ha lasciato perplesso. E' il miglior film di Ricky
Tognazzi, non sembra neanche fatto da lui. Mi dispiace solo che
l'attrice (Mélanie Thierry) non si sia più vista.
Dunque, per me
andrebbero bene in primo luogo Cacao, in seconda scelta La Variante di
Lunenburg benchè io ignori gli scacchi.

Luisella ha detto...

Perché avevo scelto il libro? Come ricorderete avevo scelto una rosa di libri che (tre) avevano per autore una donna e (due) avevano per protagonista una donna. Tra le autrici, Mary Wollstonecraft mi interessava parecchio per la sua vita "moderna", la famiglia coltissima, la scelta d'amore scandalosa (Shelley già sposato...), le difficoltà economiche che ha affrontato, le tragedie familiari che ha saputo superare. Veramente ammirevole il suo coraggio. Una vita da romanzo! Consigliatissima la sua biografia.
Venendo alla creatura, sono contenta di aver letto il libro soprattutto perché mi ha permesso di cogliere quanto il cinema abbia mofidicato la storia originale.

assorbenti ha detto...

A chi è piaciuto: Mirella, Marinella, Giovanna, Maddalena
NI: Oscar, Gabriella, Patrizia , Massimo Frico, Alessandra
NO Giuseppe
Mirella : Mi è piaciuto per dei motivi attinenti all'appendice, mi piaceva il contesto, le immagini, le descrizioni, ho ritrovato il mio periodo universitario quando leggevo testi scritti in quell'epoca. Belli i viaggi che venivano riportati con persino gli scritti delle conversazioni tenute. Ora abbiamo perso questo aspetto, delegando al video, alle foto, l'aspetto visivo del viaggio.
Il mondo di quel periodo è ben evocato. I viaggi meravigliosi ..
Il protagonista, ambizioso ma incapace di porre rimedio al suo operato è il vero mostro.
Marinella: L'ho trovato moderno, condivido il vissuto di Mirella. E' attuale, la creatura è un diverso che chiede amore e comprensione. Si percepisce questa sua sensibilità ad esempio quando aiuta la famiglia che lo ospita.
Frankenstein rinnega la sua creatura e rappresenta la la superficialità dell'uomo. Pieno di spunti romantici come ad esempio la delusione delle aspettative riposte nella scienza.
Patrizia: Lo stile frammentario, non fluido non mi è piaciuto.
Mi ha colpito l'influenza del clima, anch'io sono meteoropatica, nel libro il contesto degli elementi atmosferici è percepibile; notevole la creatura, angelo caduto, malvagio perché infelice.
Mi ha fatto rammentare la frase del vangelo: "Pregate x chi vi maltratta"
Giovanna: Il Golem, il monaco, il castello d'Otranto e anche Frankenstein, li avevo letto a 20 anni.
Mi è piaciuto ritrovare il profumo dell' ottocento, i viaggi, ho cercato su google map il ghiacciaio Svizzero descritto, bellissimi i luoghi.
Mi ha colpito l'adolescenza del protagonista con gli studi personalizzati.
Quasi autobiografico rispetto alla vita dell'autrice. L'educazione personalizzata, così diversa da quella attuale.
La vicenda del mostro mi risultava marginale. Le descrizioni mi sono proprio piaciute.
Oscar: Frammentario, l'ho paragonato al film, più fluido, con situazioni più logiche.
La storia del mostro, il rifiuto, mi ha rammentato madre e ossa, incomprensibile rifiuto, anche a me delle volte non vengono bene dei dolci, ma non li abbandono così!!!
Noi siamo i nostri mostri, i mostri sono i nostri limiti che rifiutiamo, trovandoli orribili.
Massimo: NI. No per lo stesso motivo esposto da Oscar Si per quelle esposte dalla schiera dei si.
Mi ha colpito la storia del capitano nei ghiacci che non centra nulla, osservatore esterno che media tra la sua ambizioni e le esigenze di tutti.

assorbenti ha detto...

Maddalena: Tutto interessantissimo! Mi è piaciuto! Stranissimo, io non leggo mai romanzi, x quello vengo qui! La mia esperienza sui mostri è quella televisiva che vivo seduta vicino ai miei figli. Es: HulK:" ..distruggere esseri umani!!! " Però mi sembrava assurdo che il suo creatore, così capace, non pensi ad un'iniezione sedativa… I viaggi lunghissimi…si sente la scrittura femminile: cito: "I sensi umani sono insormontabili barriere alla nostra unione"
"I sogni ad occhi aperti richiedono fissaggio" Grande ricerca sul testo ma non tutti hanno la stessa traduzione. Grande ricerca collettiva, fissaggio, proporzione, senso delle proporzioni, in inglese "keeping".
Si continua a confrontare le traduzioni, bello l'aspetto dell'amico che accoglie e ti permette il keeping .. quasi un poter coltivare questi sogni.
"Nella scienza c'è materia per la meraviglia". Purtroppo la citazione della pag è impossibile perché abbiamo tutti testi diversi.
Difettino: i libri che leggo oggi, si differenziano e caratterizzano il personaggio. Qui i personaggi sono piatti, palano tutti allo stesso modo,
Giuseppe: NO-Ni propendo per il no… Il personaggio è odioso, ripetitivo, vittimista , è tirato.
Il capitano ad esempio e non solo lui sembra il componente di un " mescolone" della scrittrice, sensibile, intelligente, ma giovane, trova degli espedienti per cucire la storia.
Il protagonista parla parla e non fa.
Per quel che riguarda i viaggi, penso che potremmo farli anche noi così.
Non è impossibile. Certo non siamo più nel''800, ma conosco persone che scelgono di viaggiare in modo diverso.
Gabriella: Lo scienziato è partito con tutte le più buone intenzioni, ma è inconcludente e non accetta nemmeno il lato positivo di quel che ha fatto, la biografia dell'autrice è interessantissima, ma l'autrice vive inserita in un contesto colto, ma infantile , ripetitiva nelle descrizioni.
Alessandra: Condivido molti dei giudizi, non mi piace lo stile, immaturo o forse inserito nel contesto del racconto serale (ricordate come nasce il romanzo, serate fra amici in cui si racconta una storia dell'orrore a testa) che permette di improvvisare escamotage da "mescolone". Mi è piaciuta la tensione all'immedesimazione, l'immaginarsi le percezioni della nascita, la luce forte percepita, il suo fastidio, il lento abituarsi alle percezioni dei sensi, il freddo, la fame, l'apprendere ed il codificare il parlare ed il leggere, la scoperta dell'essere, la percezione dei sensi.
Mi torna la solita interpretazione unitaria, il mostro siamo noi, il capitano coglie la misura, il nostro limite cerca disperatamente di essere accolto, un super io ottuso e spaventato cerca la fuga causando danni senza assunzione di coscienza e responsabilità.
Il libro non mi è piaciuto ma mie piaciuto leggere il libro ed essere ora con voi .
Come l'autrice giudica il mostro, domanda Giuseppe:
La risposta la troviamo nella scelta di far morire il mostro per la sofferenza della morte del suo creatore.

Max II ha detto...

speravate di sfuggire agli sproloqui del sottoscritto vero? e invece, ecco qua un piccolo file su frankenstein...
L’impianto è ancora settecentesco, nel senso che i personaggi non acquistano ancora spessore psicologico, ma rappresentano semplicemente un carattere, un’idea che viene affibbiata loro dal narratore.
Ora, non ha nessuna importanza che l’idea di base di un romanzo sia del tutto fantasiosa, irrealistica e irrealizzabile, è fondamentale però secondo me che poi lo sviluppo della storia cerchi di essere verosimile, mi spiego meglio, l’idea di partenza è incredibile? d’accordo, devo cercare però di scansare per quanto possibile i salti logici, evitando nello snodarsi della trama palesi incongruenze ed assurdità. Ad esempio “Dracula” (da tenere presente però che è di qualche decennio posteriore, e non è una considerazione trascurabile) pur nella sua visionarietà e malgrado l’artificio dello scambio epistolare, ha una costruzione ben più “razionale”.
“Frankenstein” almeno per la sensibilità di un lettore moderno è pieno zeppo di assurdità ed incongruenze.
Iniziamo con l’inventore. Crea la creatura, si accorge che non gli è riuscita benissimo, non avendo la garanzia soddisfatti o rimborsati l’abbandona e se ne disinteressa completamente. Si dispera di tanto in tanto, ma il carattere lamentoso ce l’aveva già prima. Gli altri personaggi, padre, fidanzata, amico (quest’ultimo un pensierino sulla dolce trascurata orfanella non l’ha fatto mai?), sono stereotipi e non vale la pena soffermarcisi sopra.
A chi va la mia simpatia è naturalmente la creatura (a proposito, anch’io ero convinto che si chiamasse Frankenstein), ma accidenti, non puoi imparare a leggere e a parlare con l’eloquenza di un dotto professore ascoltando di nascosto i discorsi di una famigliola (senza mai farti scoprire), non puoi pedinare il creatore dalla Svizzera all’Inghilterra (non c’era ancora il tunnel sotto la Manica), non puoi trasformarti inopinatamente da servizievole cucciolotto a belva umana.
Creatore, potevi fargliela no, la fidanzata! Magari se ti applicavi di più non ti riusciva neanche tanto male…