lunedì 4 gennaio 2010

CECITA' - Josè Saramago

Il premio Nobel per la letteratura portoghese ci prende per mano e ci conduce in una delle rappresentazioni allo stesso tempo più cupe e più luminose sull'umanità. Una sorta di viaggio all'Inferno per un approdo a "riveder le stelle".
La trama: In una città qualunque, di un paese qualunque, un guidatore sta fermo al semaforo in attesa del verde quando si accorge di perdere la vista. All'inizio pensa si tratti di un disturbo passeggero, ma non è cosi. Gli viene diagnosticata una cecità dovuta a una malattia sconosciuta: un "mal bianco" che avvolge la sua vittima in un candore luminoso, simile a un mare di latte. Non si tratta di un caso isolato: è l'inizio di un'epidemia che colpisce progressivamente tutta la città, e l'intero paese. I ciechi, rinchiusi in un ex manicomio e costretti a vivere nel più totale abbruttimento da chi non è stato ancora contagiato, "scoprono - come ha scritto Cesare Segre - su se stessi e in se stessi, la repressione sanguinosa e l'ipocrisia del potere, la sopraffazione, il ricatto e, peggio, l'indifferenza". Tra la violenza e la lotta per la sopravvivenza si inserirà la figura di una donna che, con un gesto d'amore, ridarà speranza all'umanità.

4 commenti:

assorbenti ha detto...

L'incontro per questo libro sarà venerdì 15 Febbraio a casa di AlessandrO

Luisella ha detto...

Questa volta sarebbe mio desiderio proporre grandi classici dell'Ottocento scritti da donne oppure incentrati su una figura femminile.
Poco più sotto troverete la lista dei miei preferiti.
d'altronde mi rendo conto che, trattandosi appunto di classici, è probabilissimo che molti di voi abbiano già letto tutti questi romanzi.
io ci provo lo stesso, non si sa mai......... magari vi fa piacere rileggerli e discuterne insieme.....
la lista è questa:
Jane Austen – Orgoglio e pregiudizio (1813)
Mary Shelley – Frankenstein (1818)
Emily Bronte – Cime tempestose (1847)
Gustave Flaubert – Madame Bovary (1856)
Emile Zola - Teresa Raquin (1867)

mi sarebbe piaciuto proporre anche Anna Karenina, ma il tomo di Tolstoj è forse un po' troppo lungo per i nostri standard.

come dicevo prima, mi rendo conto che i veti da parte vostra potrebbero essere molti, perché sono opere notissime.
quindi ho preparato un'ampia riserva di titoli contemporanei.
vi chiedo tuttavia, intanto, di considerare questi cinque, e poi deciderò con che cosa sostituire gli "eliminati".

assorbenti ha detto...

Erano presenti 14 persone, ovvero: Alessandro, Luisella, Massimo Frico, Donatella, Gabriella, Patrizia, Giovanna, Franca, Maddalena, Giuseppe, Oscar, Massimo Ts, Alessandra, Marinella.
Il libro del mese ("Cecità" di Saramago) è stato apprezzato da tutti per lo stile, ma nonostante ciò il romanzo non è piaciuto a Donatella, Giovanna, Franca e Maddalena (più sul "ni"). Come elementi negativi sono stati rilevati: un contenuto eccessivamente didattico (quasi una predica troppo lunga), una scrittura più legata alla mente che al cuore, un sequenza di eccessi eccessivi.
Tra chi invece esprime un parere complessivo positivo sul libro ci sono:
- Alessandro (il proponente) che trova descritti il buio (la massa cieca che si imbarbarisce) e la luce (la moglie del medico) dell'uomo e si interroga: il libro descrive la vera essenza della natura umana? come fare per rimanere positivi come la moglie?
- Luisella che vede nell'amore la ragione della non cecità della moglie del medico;
- Massimo Frico che trova un po' esagerata la descrizione di ciò che accade in conseguenza dell'epidemia e che vede nella moglie del medico amore e intelligenza;
- Gabriella che ritiene sia realistica la descrizione dell'uomo ("schifoso") e che ha apprezzato la capacità di Saramago di far anche sorridere il lettore;
- Patrizia che ha provato forti emozioni di fronte sia alle brutalità descritte che alle scene più belle;
- Giuseppe che inizialmente ha trovato lo stile all'inizio fastidioso e che ritiene la brutalità descritta tutt'altro che lontana dalla realtà;
- Oscar che ha apprezzato la "vendetta" consumata sui "cattivi" in ragione delle ingiustizie da loro commesse;
- Massimo Ts che trova una contraddizione tra un mondo descritto come privo di Provvidenza e finale improvvisamente positivo;
- Alessandra aveva già letto il romanzo non appena era uscito, ma ad una seconda lettura ha apprezzato ulteriori passaggi che non aveva colto in precedenza;
- Marinella che, colpita dalle lacrime del cane, sostiene che Saramago è volutamente didascalico e connota la donna come migliore dell'uomo.
La discussione si è successivamente molto ampliata (fatti di Rosarno, reazioni umane alle actastrofi, ecc.) e si è conclusa all'1 circa.

Giovanna ha detto...

Quanto a Norman Mailer (nominato per "Il nudo e il morto") ricordo
con orrore "Antiche sere", l'unico suo libro che ho letto, regalatomi
negli anni Ottanta da un'amica ignara, solo perchè io amo molto la storia dell' Egitto antico....uno dei più brutti libri che mi siano mai capitati.
Però, so che è considerato totalmente anomalo rispetto agli altri libri dello scrittore!