martedì 13 ottobre 2009

LABIRINTO DI MORTE - Philip K. Dick

Quattordici persone, nevrotiche e alienate nel loro rapporto con il lavoro e con il mondo esterno, decidono di lasciare una Terra disumana e oppresiva e partire per il pianeta Dalmak-O. Per Ben Tallchief, dopo una vita fallimentare, sembra aprirsi un futuro di euforica comunione con gli altri; è così anche per Seth Morley, insoddisfatto del suo lavoro come idrologo del Kibbutz Tekel Upharsin. Ma all'improvviso il satellite delle comunicazioni viene distrutto e i quattordici umani si ritrovano soli su un pianeta alieno e ostile, in un crescendo di mistero, terrore e morte.

5 commenti:

Mirella ha detto...

Proposte per ilmese di novembre:

Graham Green: I commedianti
Tre uomini di mezza età si incontrano su una nave diretta ad Haiti. Brown è il tipico antieroe di Greene, che si sta recando a dirigere l'Hotel Trianon, un albergo di lusso lasciatogli in eredità dalla madre; Smith è un americano tranquillo ed un po' ingenuo interamente consacrato alla vita vegetariana; il maggiore H.O. Jones raccoglie informazioni e confidenze. I tre nomi, dei più banali nel mondo anglosassone, suggeriscono già una forte "normalità" nei caratteri nei tre personaggi e, sullo sfondo della terribile della dittatura di François Duvalier e dei crimini della sua polizia segreta, i Tonton Macoute, inizia il "gioco delle parti" interpretato dai tre "commedianti".
Mondadori 9 euro

Jonathan Coe: Donna per caso
Il libro è sottile, breve; in copertina la presentazione lascia supporre una storia strana e non attrae. Per tre quarti del libro si va avanti per inerzia aspettando che accada qualcosa di illuminante. Maria ha intelligenza, ha una infanzia felice alle spalle, e all’inizio del libro sta per lasciare la sua casa per il college universitario: Maria soprattutto ha grandi possibilità davanti a sé.
Poi Coe comincia prendersi gioco di lei: un susseguirsi di eventi catastrofici e grotteschi trasformano la vita di Maria in un fallimento.
Per tutte le poche e bizzarre pagine del libro la vita le si abbatte addosso con crudeltà casuale.
Feltrinelli 8,50

David Lodge: Scambi
L'opera è divisa in sei parti, nelle quali si mescolano narrazione di tipo romanzesco, romanzo espistolare, documentario giornalistico e codice filmico.
La storia narra di due professori universitari, l'inglese Philip Swallow e l'americano Morris Zapp, che vivono rispettivamente a Rummidge, località non meglio precisata della Gran Bretagna, ed Euphoria State, paese fittizio sulla costa pacifica meridionale. I loro destini si incrociano e con loro i destini delle loro famiglie.
La narrazione segue un andamento speculare, nel senso che i due protagonisti principali vivono più o meno le stesse esperienze nello stesso istante, a partire dal loro scambio - dovuto a ragioni distinte - e alla loro destinazione nei due paesi.
Feltrinelli 8 euro

Massimo II ha detto...

Anch'io ho letto il libro, prestatomi gentilmente da Maddalena. A proposito di Maddalena, ricordate quando ha detto "Non fatevi fuorviare dal titolo (Labirinto di morte), è un libro umoristico, anch'io sono stanca di tutti i libri angosciosi che abbiamo letto ultimamamente, ho deciso di dare una svolta e scegliere così un racconto allegro e ottimista!"?
L'inganno perpetrato da Maddalena è stato atroce...

Oscar ha detto...

RIFLESSIONE SUGLI ASSORBILIBRI

C'è qualcosa di strana in quella gente ... Che cos'è? Sembrano così ... troppo intelligenti, Si è questo. Prodigi di un tipo o dell'altro e tutti pronti a parlare.Credo che siano molto nervosi. Deve essere così: come me, sono qui senza sapere perchè.
Ma in un paio di giorni mi ci abituerò.

(da Labirinto di morte)

Massimo (frico) ha detto...

Maddalena lo ha proposto perchè "positivissimo" (sic) perchè:
1)Il contenuto del libro, il suo scopo, è dimostrare l'esistenza di Dio.il libro narra di un sogno, una realtà indotta, ma, anche nella squallida realtà resta, al risveglio la presenza dell'Intercessore, la spiritualità unica costante.
2)La preghiera che lui fa all'Intercessore:" Voglio vedere il sole tutto il giorno, voglio essere un cactus, ma restare sempre cosciente di me e del sole"mi ha profondamente colpito.

A chi è piaciuto: Oscar, Massimo Frico, Massimo, Maddalena Alessandra
A chi non è piaciuto: Donatella Marinella Giovanna .

Massimo (frico): Particolare, scorrevole, curioso. Nel complesso ho trovato un pensiero negativo, ma ho trovato comunque molti richiami interessanti, indica effettivamente la Fede come unica via d'uscita. Ben fatto come romanzo. Bella la Tinca, il Castello, le molteplici visioni del mondo, la caratterizzazione delle personalità. Personaggi dinamici. Uno scritto basato su molteplici conoscenze assemblate per piacere dello scrittore.

Giovanna: Ho molto amato la fantascienza, avevo anche collaborato con la stesura di un giornalino "Il re in giallo" negli anni 70 a Trieste, ma ormai sento poca attrazione per l'argomento.
Non ho finito il libro. Sono delusa da me stessa, per questo cambiamento ed ho quasi paura a rileggere altri libri di fantascienza dei quali serbo un bellissimo ricordo perchè temo di restare terribilmente delusa.

Massimo: Mi è piaciuta la prefazione, ma definirlo divertente è stato un terribile inganno, dopo i 2 primi capitoli il libro ingrana, ho visto la sua architettura. Mi sono piaciuti i titoli nonsens dei capitoli, una delle parti riuscite è ad esempio il punto in cui Il Castello sfuma..
Non amo particolarmente Dick , non ho apprezzato altri suoi libri letti, però questo mi è piaciuto.

Mirella: Non mi piace, l'ho letto cercando e aspettando un punto più interessante, non l'ho trovato. Stile, fine, punto di vista non condivisibili per me. Come stile letterario preferisco i gialli. (Però simpatico l'infovolo..)

Merinella: Ho amato più i film che i libri di fantascienza. Ho letto questo libro aspettando la fine, ben congegnata, intelligente, ma il libro non mi è piaciuto e mi ha anche annoiato. Non sono alla ricerca dell'assoluto. E' mancata l'ironia che sembrava promettere la prefazione.

Massimo (frico) ha detto...

Donatella: Amo Asimof, ero ben disposta alla lettura, ma il libro non mi è piaciuto. L'unica cosa positiva è stato il finale. L'autore era come incapace di affrontare qualsiasi tema, il libro è una raccolta di appunti che l'autore non è stato capace di sviluppare. Illogico, il fiume che c'è e non c'è, la zattera che prende fuoco..troppe le cose che non mi spiego. Non mi è proprio piaciuto

Oscar: Strano per alcune vecchiaggini in senso tecnologico. Ricordo "Minority report" con una tecnologia molto più presente.
Io l'ironia l'ho trovata, anche se ci sono molte visioni contrastanti.
A pag 41 ho trovato la descrizione degli Assorbilibri!!! "C'è qualche cosa di strano in quella gente.. sono troppo intelligenti.. tutti pronti a parlare, tutti qui, senza sapere perchè come me."

Alessandra: E' un trip, anzi, probabilmente più d'uno.
A mio avviso per non travisare, il libro va letto considerando il periodo in cui è stato scritto, anni '60, la ricerca interiore, mistica attraverso la psichedelia. (vedi Help dei Beatles). Leggerlo in chiave logica è un assurdo. Il libro avrà anche un'architettura, ma, un po' come la Sagrada Familia, questa cresce e muta volutamente con la casualità simbolica data dall'acido lisergico che l'autore deliberatamente prende per costruire il libro.
Deja vu, momenti che riappaiono o si modificano di poco costruendo un unicum distorto come in un ottica cubista, il fissarsi su particolari inverosimili, simbolici che si dilatano o scompaiono, come pensieri in cui la mente si perde, la caratterizzazione delle persone, come parti che non riescono a sciogliersi e costruirsi nell'unità, la necessità di un IO, una guida benevola e profonda piena di buon senso che interiormente non riusciamo a mantenere, sono tutti elementi legati a questa modalità di ricerca psichedelica. In quest'ottica il libro è piacevolmente leggibile, fuori dalla razionalità ci parla dell'umanità smarrita alla ricerca di un senso inseguito con serietà, ironia, noia disperata.
Il libro è pieno di frasi che fermano momenti terribilmente umani, a volte buffi e profondi.
La frase che ci definisce, indicata da Oscar, è emblematica....
Siamo meravigliosi, aggiungo io.